L' Editoriale di Giorgio Ciofini :"non c'è alternativa: o si chiude bottega o si svolta qui e ora".
Al giro di boa, l'obiettivo dell’Arezzo, (condannato a vincere nella stagione) è utopia. Sono già arrivate ben altre condanne senza appello, che hanno fatto esplodere disinteresse e contestazione dura, intorno alla Società di via Gramsci. Perduto l'obbiettivo a mezza strada, smarrito l'interesse dei tifosi, con una Società di dilettanti allo sbaraglio ma solvente (che non è cosa da poco) in trance, orfano della Città che conta (more solito), l'Arezzo reduce da tre fallimenti (record nazionale) si ritrova di nuovo ad un bivio cruciale.
A meno che non arrivi lo zio d'America, o qualche facoltoso locale (eventualità ancor meno probabile) non c'è alternativa: o si chiude bottega o si svolta qui e ora. L'ideale sarebbe un bel 360 gradi, infilandosi in una delle celebri rotonde del Lucherini (che ci manca quasi quanto un bomber). Tuttavia anche qualche grado, sarebbe meglio di niente.
Tutto, infatti, é preferibile all'attualità e tutto si può fare, tranne che peggiorare. Coraggio dunque. Cambiare, a questo punto, è una necessità, per riuscire a guardare avanti e a ridisegnare un obiettivo plausibile, per questa stagione è per questa piazza, con non è la Lupa Roma (con tutto il rispetto).
Stavamo per aggiungere le prossime, ma non è il caso di esagerare. Fare quello che è oggi necessario, per ora sarebbe abbastanza.