L' Editoriale di Fausto Sarrini : 50 anni fa l'impresa del pirenaico di Luchon al Tour di Mugnaini
Arezzo 1 luglio 2016 - di Fausto Sarrini
ERA UN VENERDI’ anche quel 1 luglio 1966, oggi 50 anni fa, quando Marcello Mugnaini, corridore vero, uno che in salita temeva pochi confronti e aveva resistenza, conquistò una vittoria che resterà scolpita per sempre, il tappone pirenaico Pau-Luchon del Tour de France. Una delle più belle imprese di un’atleta di qualsiasi sport del nostro territorio. Sentiamo il racconto di Mugnaini, che oggi conta quasi 76 anni (ben portati) e che vive a Montemignaio, 600 abitanti circa, poco meno di 800 metri d’altitudine: «Cinquant’anni sono tanti, il tempo è volato via, ma il ricordo della più bella vittoria della mia carriera resta e resterà un ricordo indelebile, incancellabile. E dire che il giorno prima avevo speso energie, quando De Prà conquistò la maglia gialla. Quel 1 luglio di mezzo secolo fa, si scalavano il Col de Ares, il col de Mente e il Portillon. Andò via una fuga dove c’erano dentro Bitossi e Colombo, miei compagni di squadra alla Filotex. Partii con altri all’inseguimento, stavo bene, in un tratto di pianura allungai, poi il gran finale...». Marcello continua: «Sul Portillon ripresi gli ultimi avamposti della fuga e restai da solo, mentre dietro si scatenava la bagarre fra i big. Ancora oggi, a distanza di così tanto tempo, ricordo qualche volto dei tanti spettatori, perché quella giornata mi è rimasta dentro».
Quando avesti la sensazione di farcela? «Alla fine della discesa. Il mio terreno era la salita ma quella volta andai forte anche nella picchiata verso Luchon. Spinsi a fondo anche perché potevo prendere la maglia gialla».
Poi l’arrivo... «In un mare di folla, che emozione vincere il tappone pirenaico del Tour staccando tutti al culmine di una battaglia micidiale. Il secondo posto di Altig, purtroppo scomparso da poco, il terzo di Anquetil, giunti a 48“, resero ancora più prestigioso il mio successo».
Almeno per un giorno re dei Pirenei... «Che gioia, anche se con un rammarico, per 12“ non conquistai la maglia gialla che andò a Lebaud».
Alla fine un bel quinto posto al Tour dietro Aimar, Janssen, Poulidor e Momene... «Bel piazzamento, ma alla vigilia della cronometro finale ero addirittura sul podio. Io finivo i Giri in crescendo ma in quel Tour ero stanco».
Oltre al tappone di Luchon, Mugnaini ha vinto due tappe di montagna al Giro d’Italia e una in Svizzera, è arrivato quarto e settimo alla corsa rosa, terzo a quella elevetica. Una carriera in ascesa stroncata da una maledetta caduta al Tour ’67, il giorno della morte di Simpson...
«Il destino ha voluto così e dire che andavo più forte dell’anno prima».
Mugnaini vive con la moglie Sandra, ha un figlio, Marco e purtroppo ha perso un anno e mezzo fa la figlia Letizia. Uomo forte quanto sfortunato, Marcello ha sempre saputo rialzarsi da terribili batoste.