... Guglielmo Manzo con Giorgio Ciofini
Dopo la contestazione, lo sbotto presidenziale con tanto di “Ora basta!”, dopo il ritorno e le scuse (fatto rarissimo non solo nel calcio e per noi da apprezzare solo per questo) incontriamo il numero uno della Società, sul punto di attraversare via Gramsci, diretto al Mario Lebole, dove s’allena l’Arezzo. Nel mirino il Gavorrano, divaghiamo su cose più distanti, ma non affatto da meno.
Il ciclone sembra passato, lo stadio è ancora in piedi, il clima ai campini s’è rischiarato, ma l’aria sotto San Cornelio resta ben pungente. Allora Presidente, ora che è di nuovo qui, aspettiamo i fatti da lei:
“Sto, stiamo lavorando per questo – assicura Guglielmo Manzo. Tutti i progetti che abbiamo messo in programma, li porteremo a termine e nel minor tempo possibile, compreso quello della ristrutturazione del Città di Arezzo. Almeno questa è la nostra intenzione.”
Parole precise. E i fatti?
“Sono ormai al via i lavori di ristrutturazione al Centro Sportivo delle Caselle, e il Galileo Palace (ex Planet di Rigutino acquisito all’asta qualche tempo fa) sta già ospitando i ragazzi delle giovanili amaranto, che provengono da fuori provincia”.
Per raggiungere l’Hotel e i campi di allenamento, c’è n pulmino della Società. Inoltre, per il settore giovanile, c’è da tempo il servizio ristorante dello stadio, per il pranzo e la cena. Aspettando il Gavorrano, argomenti come questi finiscono nelle retrovie, da imboscati. La logica del risultato, nel Belpaese, brucia non solo i progetti, ma perfino le intenzioni più pie e finisce che il diavolo mette la coda.
“È per questo che vogliamo partire dalla base, cioè dalle strutture per i giovani, ben consapevoli tuttavia, che i risultati della prima squadra tirano tutto il resto, come abbiamo imparato a nostre spese.
Cosa vi aspettate ancora dall’Arezzo di Mariotti?
“Non si rinuncia mai alla speranza, anche se pare impossibile. Credo che, con il ritorno del tecnico e la campagna di riparazione invernale di Tromboni, abbiamo assestato l’Arezzo. Sono fiducioso per il resto della stagione”.
Il Presidente, vuole tenere i piedi per terra, ma anche non mettere limiti a quella Provvidenza, che ad Arezzo una volta riuscì anche a fermare il terremoto. Non tanto per bissare il miracolo, quanto per non ripetere errori madornali commessi, Guglielmo Manzo d’ora in poi ci si mette in prima persona:
“Mi occuperò dell’Arezzo anche stando in sede, molto di più di quanto ho fatto finora. Voglio seguire da vicino le vicende che attengono agli aspetti organizzativi e al rapporto con la città, l’imprenditoria e le sue Istituzioni” – promette.
Insomma c’è un romano deciso a diventare più aretino e a fare il Presidente e il Manager, almeno fino a giugno.
“Poi si vedrà” – conclude laconicamente, avviandosi ai campini. Arezzo è la città che ha conosciuto durante il servizio militare, che ha scelto e che, in qualche modo, gli è rimasta nel cuore. Insomma Guglielmo Manzo la nostra città l’aveva nel destino ed è determinato a rilanciare, ovviamente col benestare di Arezzo, del popolo amaranto e degli aretini, botoli compresi.