... con Filippo Siliberto, portiere delle Badesse
La prima da titolare difficilmente si può dimenticare. Se poi hai 18 anni e commetti un errore dopo pochi minuti dall’ingresso in campo, quella giornata resterà indelebile. Qualche volta però il lieto fine c’è e Filippo Siliberto ci ha messo del suo. Prima parando un rigore e poi aiutando la squadra a resistere con un uomo in meno per più di un tempo. Se il buongiorno si vede dal mattino…
Filippo, è successo di tutto?
“E’ stata una grande emozione, perché è stato l’esordio da titolare. Non è iniziato al meglio, ma poi ho cercato di rifarmi. Dopo l’espulsione, ho pensato che non ci fosse più speranza. Invece abbiamo dimostrato di essere una squadra”.
Un inizio da incubo. Che ti sei detto?
“Ho pensato di averla combinata grossa. Poi però ho cercato di dimenticare tutto e spero di essere riuscito a riscattare l’errore”.
Credevi di esordire alla prima di campionato? “L’ho saputo poche ore prima della partita. Non me l’aspettavo e quindi ho avvertito un po’ di tensione. Fa piacere però”.
Come è andato il ritorno a scuola?
“Mi hanno fatto i complimenti, ma mi hanno anche rimproverato per l’uscita a vuoto. Bene ma non benissimo, diciamo”.
E la ripresa degli allenamenti?
“Ho più consapevolezza, ma con i piedi per terra. Non ho fatto ancora niente e il posto da titolare me lo voglio conquistare sul campo e non perché sono una quota. Quindi, l’unica cosa da fare è lavorare ogni giorno e lottare”.
Mattia (Lanzano, il preparatore dei portieri) che ti ha detto?
“Sinceramente mi ha rimproverato. Poi mi ha abbracciato dopo il rigore”.
Sei figlio d’arte, con tuo padre come è andata?
“E’ stato suo il primo messaggio che mi è arrivato. Ho quasi pianto, anche perché l’anno scorso è scomparso mio nonno e gli ho voluto dedicare il rigore. Penso che per entrambi sia stato bello ed emozionante”.