Un gol per l'inclusione: sport, epilessia e diabete all'Olmoponte Santa Firmina
Sport, epilessia e diabete: un calcio ai pregiudizi all’Olmoponte Santa Firmina
Arezzo – L’Auditorium Pieraccini dell’Ospedale San Donato di Arezzo è stato lo scenario di un evento di grande rilevanza sociale. La società dilettantistica Olmoponte Santa Firmina, da sempre impegnata nella promozione del calcio giovanile e inclusivo, ha organizzato un convegno dal titolo “Sport, epilessia e diabete: un calcio alle paure e ai pregiudizi”.
L’iniziativa, che ha visto la partecipazione delle massime autorità sanitarie e del volontariato cittadino, ha affrontato un tema di grande attualità: come conciliare la pratica sportiva con patologie croniche come l’epilessia e il diabete.
Relatori d’eccezione sono stati il Dott. Amedeo Bianchi, Presidente della Fondazione Epilessia Lice, la Dott.ssa Rosita Galli del Centro Epilessia Arezzo, la Dott.ssa Natalia Benelli, Presidente dell’Associazione Arezzo per l’Epilessia, la Dott.ssa Alessia Scatena, Responsabile UOC Diabetologia ASL Sud Est, la Dott.ssa Elisa Marcheselli, Psicoterapeuta dell’Olmoponte Santa Firmina, la Dott.ssa Scilla Orsini, Neuropsicologa, e la Dott.ssa Federica Mastroserio, Psicologa e dibattito condotto da Ernesto Piomboni, da sempre sensibile a temi che prevedono inclusione e socializzazione.
I relatori hanno sottolineato l’importanza di offrire ai ragazzi affetti da queste patologie la possibilità di praticare sport in un ambiente sicuro e accogliente come quello dell’Olmoponte Santa Firmina. L’obiettivo è quello di far vivere a questi giovani momenti di normalità, di aggregazione e di crescita, coltivando la passione per il calcio e sfidando i propri limiti.
"Indossare la maglia e le scarpette chiodate significa dare un calcio ai problemi e vivere la vita in maniera piena e serena", ha affermato il Dott. Bianchi. "Lo sport è un potente strumento di inclusione sociale e può migliorare significativamente la qualità di vita di queste persone".
L’Olmoponte Santa Firmina si conferma così un punto di riferimento per lo sport inclusivo, dimostrando che con la giusta organizzazione e professionalità è possibile far praticare sport a tutti, senza distinzioni.